Censimento della popolazione di camoscio appenninico nel PNM

Più di 700 i camosci contati nel Parco Nazionale della Majella in occasione del censimento annuale. Circa 200 i nuovi nati.

Il 31 luglio scorso, come ogni estate da 12 anni a questa parte, è stato effettuato il censimento della popolazione di camoscio appenninico presente nel Parco Nazionale della Majella (PNM).

La giornata di censimento ha visto la partecipazione del personale del Parco, del CTA del Corpo Forestale dello Stato e di alcuni volontari per un totale di 26 persone coinvolte.

Le squadre impegnate, ciascuna composta da 2 persone, hanno osservato simultaneamente tutta l’area occupata dai branchi di camoscio nel territorio del Parco, sia attraverso la realizzazione di percorsi sia da postazioni fisse. La simultaneità delle osservazioni, e la loro estensione all'intero areale di diffusione della popolazione all'interno dell'area protetta, entrambe condizioni indispensabili durante le operazioni di censimento della fauna selvatica, hanno consentito il conteggio del numero minimo certo di camosci pari a 720 individui. Dunque, a partire dalle prime reintroduzioni effettuate nel 1991-1992, quando la popolazione era composta da appena 30 individui provenienti dal Parco Nazionale d’Abruzzo, la popolazione del Parco Nazionale della Majella si è accresciuta di anno in anno ed è oggi la più numerosa popolazione di camoscio presente nell’Appenino centrale, unica area in cui vive questa sottospecie endemica. In particolare, sono stati contati 204 nuovi nati e 92 giovani nati l'anno precedente. Poter acquisire dati sulle classi giovanili, ovvero sulle classi d'età più indicative in una popolazione ancora in espansione come quella della Majella, rappresenta la finalità principale del censimento. Infatti da un lato il numero dei nuovi nati fornisce indicazioni riguardo la capacità di accrescimento della popolazione; dall'altro, il numero dei giovani di un anno fornisce un indice della sopravvivenza al primo anno di vita, certamente un periodo critico nel ciclo biologico del camoscio appenninico. Proprio per poter acquisire tali preziose informazioni il conteggio viene effettuato nel mese di luglio quando i branchi, costituiti prevalentemente da femmine, piccoli e individui di un anno, iniziano a frequentare le quote più elevate, risultando dunque più facilmente contattabili.

                   Foto: A. Antonucci                                         Foto: Antonio Antonucci

Per garantire la buona riuscita del censimento, sono stati organizzati diversi incontri tra i tecnici del PNM e tutti gli operatori coinvolti nell’attività, mirati a condividere e illustrare i metodi di raccolta dati con particolare attenzione ai metodi per il riconoscimento delle diverse classi di età, vista l'importanza delle informazioni che tale distinzione consente di acquisire.

Nel dettaglio, analizzando i dati degli avvistamenti effettuati da tutte le squadre impegnate, dunque al netto dei doppi conteggi, la popolazione di camoscio del PNM appare cosi configurata:

- un minimo di 309 individui sono presenti nell'area compresa tra l'Anfitetatro delle Murelle e la Cima delle Murelle. In particolare sono stati individuati 3 nuclei principali: il primo, nell'anfiteatro delle Murelle costituito da 115 individui; il secondo, localizzato nell'Anfiteatro Nord delle Murelle costituito da 64 individui e il terzo, localizzato nel versante orientale della Cima delle Murelle costituito da 104 individui. Complessivamente in quest'area risultano 97 nuovi nati e 47 giovani nati lo scorso anno.

- 283 il numero minimo di camosci presenti nell'area compresa tra il Monte Acquaviva e Monte S.Angelo. In particolare i camosci risultano strutturati in 4 nuclei principali sul massiccio del M.te Acquaviva, rispettivamente composti da 60, 64, 41 e 29 individui e 3 nuclei principali sul M.te S.Angelo, composti rispettivamente da 32, 15 e 26 individui. Complessivamente in quest'area risultano 85 nuovi nati e 38 giovani nati lo scorso anno.

- un minimo di 91 individui sono presenti nell'area compresa tra M.te Rotondo, M.te Focalone e Mucchia di Caramanico. Qui è stato individuato un nucleo principale composto da 70 individui, di cui 22 nuovi nati e 3 giovani di un anno.

Il resto degli avvistamenti riguarda piccoli gruppi composti prevalentemente da individui giovani e/o da femmine non riproduttive ed individui isolati, generalmente di sesso maschile,.

Nonostante la popolazione venga costantemente monitorata nel corso dell'anno dai tecnici del Parco, il censimento, se ripetuto regolarmente, rappresenta di certo un momento fondamentale del monitoraggio, poichè permette di costruire delle serie storiche indispensabili per la corretta definizione delle tendenze di popolazione, sopratutto nel caso di popolazioni reintrodotte come quella di camoscio sul massiccio della Majella. I dati raccolti nei conteggi effettuati a partire dal 2000 hanno infatti consentito di seguirne l'evoluzione demografica e l'espansione dell'areale. In particolare, nel corso degli anni la popolazione ha mostrato un continuo incremento sia nel numero totale di camosci presenti che nel numero di nuovi nati. Nel 2006 la popolazione censita arriva già a contare circa 300 individui, tra cui circa 80 nuovi nati, rispetto ai 100 contati nel 2000, nel 2010 il conteggio ha portato ad un totale minimo certo di oltre 500 individui compresi più di 170 camoscetti nati, fino agli oltre 700 camosci censiti quest'anno. L’ampia disponibilità di habitat idonei, sia di quelli utilizzati durante la stagione estiva delle nascite e dello svezzamento dei piccoli che di quelli frequentati durante i mesi invernali, più critici per la sopravvivenza degli individui giovani ed anziani, è probabilmente alla base dell'elevata sopravvivenza annua e dunque del continuo e progressivo incremento fin'ora registrato. Il camoscio sulla Majella in questi ultimi anni ha inoltre mostrato una notevole capacità di colonizzazione che lo ha portato ad insediarsi anche in territori diversi da quelli inizialmente scelti dai camosci durante i primi anni successivi al rilascio, stabilendosi ad esempio in maniera sempre più consistente anche in massicci limitrofi all’areale principale. Tale capacità è probabilmente dovuta all'elevata disponibilità di individui giovani: sono principalmente questi infatti che ogni anno vanno in "dispersione" colonizzando nuovi territori.

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