Newsletter n.19
IL PORTALE DEL CAMOSCIO APPENNINICO
Newsletter n. 20 del 15 luglio 2021
I numeri aggiornati in Italia
Le consistenze numeriche delle popolazioni di camoscio appenninico presenti oggi, tratteggiano il quadro di una storia di successo per la conservazione della natura nel nostro Paese: la sottospecie, endemica per il nostro Appennino, è passata dalle poche decine di individui presenti agli inizi del ‘900 nell’allora Parco nazionale d’Abruzzo, ai circa 3700 animali oggi distribuiti tra cinque diverse popolazioni. Questo in base agli ultimi censimenti disponibili, che parlano di una popolazione in ripresa (quella madre del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, da cui tutto è nato), di due popolazioni in ottima salute come quella del Parco Nazionale della Majella (la più numerosa oggi esistente) e quella del Parco Nazionale del Gran Sasso Monti della Laga, di una giovane popolazione in espansione come quella del Parco Nazionale dei Monti Sibillini ed una neocolonia, creata nell’ambito del progetto Life Coornata, che si sta consolidando nel Parco Regionale Sirente Velino.
Per raggiungere questo risultato c’è stato bisogno del lavoro comune tra le aree protette ed i progetti Life finanziati dalla Commissione Europea; con il primo, realizzato tra il 2002 e il 2005 e il successivo, il Life Coornata, realizzato dal 2010 al 2014 dalle aree protette sopra menzionate e da Legambiente e inserito tra i 27 migliori progetti Life terminati e valutati nel 2015, si è potuto raggiungere l’obiettivo di mettere in sicurezza la popolazione di camoscio nei parchi dell’appennino centrale, andando ben oltre gli obiettivi proposti sul finire degli anni ‘80 da un gruppo di studiosi che avevano lanciato l’obiettivo 2000-2000-2000, cioè avere una popolazione di almeno 2000 camosci oltre i 2000 m di quota entro l’anno 2000.
Da non dimenticare, infine, il contesto territoriale in cui sono stati portati avanti i progetti che ancora una volta sottolineano l’importanza dell’Appennino e delle sue aree protette come luogo di eccellenza per la conservazione di specie e habitat naturali e dove le comunità locali hanno svolto un ruolo strategico ed importante nella conservazione di questo “ambasciatore dei parchi” grazie alle aree faunistiche di cui sono stati grandi protagoniste. I dati più recenti disponibili delle aree protette custodi delle uniche popolazioni esistenti al mondo vedono:
Il Parco Nazionale della Maiella con circa 1500 individui
Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga con circa 1200 individui
Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise con circa 675 individui
Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini con circa 250 individui
Il Parco Regionale Sirente Velino con circa 60 individui