Azione C.2

Attività di sorveglianza speciali sulla popolazione di camoscio del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise finalizzate alla definizione dei fattori che condizionano negativamente la dinamica di popolazione, ed elaborazione di un Piano di intervento.

L’azione è finalizzata ad acquisire una conoscenza esaustiva sulle cause che sono alla base della attuale diminuzione e destrutturazione della popolazione di camoscio appenninico presente nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e a stendere un Piano di intervento che sarà approvato dal Consiglio Direttivo del Parco stesso e reso poi operativo .

In particolare, lo svolgimento dell’azione dovrà consentire:

- L’individuazione delle malattie che possono rappresentare delle minacce reali o potenziali per il Camoscio appenninico e per specie selvatiche e domestiche sintopiche e la valutazione del rischio sanitario;

- L’individuazione di misure dirette ed indirette idonee per una corretta gestione sanitaria;

- L’identificazione dell’utilizzo delle specie vegetali da parte del Camoscio nel periodo delle nascite, di allattamento e di svezzamento attraverso l’analisi degli escrementi e l’evidenziazione delle possibili competizioni trofiche con altre specie;

- L’acquisizione approfondita delle informazioni su parametri di popolazione (rapporto sessi e classi di età), sul comportamento riproduttivo della specie, stime di natalità, stime e cause di mortalità. A tal fine in 3 aree campione del Parco (Meta, Monte Amaro e Petroso) verranno indagati, con il supporto dei tecnici afferenti all’UNISI, i due aspetti che sembrano poter essere indicati come fattori limitanti: fattori di tipo sanitario e impatto diretto e indiretto dovuto alla presenza del cervo.

Gli aspetti di tipo sanitario verranno invece analizzati attraverso screening sierologici e parassitari su campioni rappresentativi di camosci in ognuno dei nuclei indagati per verificare la presenza di eventuali patogeni, e mediante necroscopia dei soggetti deceduti di bestiame e di camoscio ritrovati in modo da definirne le cause di mortalità.

Il cervo invece può avere un impatto negativo sul camoscio sia in modo diretto (competizione trofico-spaziale) che indiretto (veicolo di patogeni dal bestiame). Le analisi che verranno condotte verteranno su:

- analisi microscopica delle feci, in modo da poter stabilire la composizione della dieta di cervo e camoscio, e ottenere indicazioni circa la sovrapposizione alimentare;

- conteggi di cervo e camoscio mediante la tecnica del fecal pellet count consistente nel contare in modo standardizzato i gruppi di feci lungo percorsi campioni e, sulla base del tasso di defecazione noto per specie, risalire alla consistenza della specie target nell’area indagata.

- necroscopia dei soggetti deceduti di cervo ritrovati, in modo da definirne le cause di mortalità.

Parallelamente a queste attività sarà attivato un programma di monitoraggio intensivo della popolazione di camoscio presente nel territorio del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise necessaria a fornire informazioni dettagliate sullo status della stessa.

L’azione verrà sviluppata nei primi 3 anni di progetto da parte dei tecnici del Parco e di quelli afferenti a UNISI, al termine dei quali verrà prodotto il Piano di intervento contenete le azioni da attuare per far fronte alle minacce descritte. Considerata l’importanza e la rarità di questa specie l’Ente Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, attraverso la comprensione obiettiva delle cause di declino della popolazione madre di Camoscio appenninico, produrrà ed allegherà al progetto un documento formale con cui si impegna, con risorse proprie, a contrastare le minacce e i fattori limitanti che insistono su di essa attraverso il miglioramento e la razionalizzazione delle azioni già intraprese (sentieri a numero chiuso, affitto dei pascoli, monitoraggio sanitario e faunistico, miglioramento delle pratiche zootecniche) e nuove misure di salvaguardia.

Coordinatore Beneficiario
Beneficiari Associati